Cosa si intende per gli altri? Ormai nelle nostre case non entrano più solo cani e gatti, ma anche altri animali più o meno impegnativi, come i conigli e roditori, i furetti, i rettili, gli uccelli, gli invertebrati e altro ancora. Non è il mio specifico campo di interesse, ma anche senza esservi direttamente coinvolti, non si può fare a meno di rilevare alcuni grandi problemi relativi alla gestione corretta di animali a volte molto lontani dal concetto di “domestico”. Alcuni suggerimenti possono essere validi per qualsiasi animale, mentre per consigli più specifici esistono siti più appropriati.
Anche se è ancora in preparazione la sezione delle schede relative ad animali “diversi” si può iniziare a sbirciare il sito della Società Italiana Veterinari Animali Esotici (SIVAE).
Quando si intende acquisire un animale particolare la prima cosa da verificare è la difficoltà di gestione.
Animali che provengono da zone a clima decisamente diverso dal nostro hanno bisogno del costante supporto ambientale che permette loro di sopravvivere.
Per rettili, anfibi, invertebrati e altro sono quindi necessari i terrari appositi dotati di riscaldamento, umidificatore, lampade ultraviolette, e altro.
Non è plausibile acquistare un iguana e pensare di tenerlo libero in casa nemmeno nei mesi più caldi.
Attenzione alle indicazioni fornite da chi vende gli animali perché potrebbe cercare di sminuire la difficoltà di gestione presente o futura della specie acquistata.
Un esempio classico sono le sfortunate tartarughine della Florida, lunghe pochi cm che per anni sono state vendute senza l’informazione fondamentale che il loro peso da adulte poteva essere di 2-4 chili, e che di conseguenza l’acquario nel quale mantenerle non poteva essere la vaschetta orrenda di plastica con la finta palmetta, ma una vasca di circa 300 litri (pochi) o meglio 6-700 litri.
Secondo voi con questa informazione, quante tartarughe acquatiche si sarebbero vendute?
La crescita imprevista di questi rettili, quando sopravvivono alle condizioni inadatte in cui sono tenuti, ha poi fatto sì che un numero incredibile ne venisse “scaricato” in laghetti e corsi d’acqua.
Non sempre gli animali sono morti e quelli che si sono adattati hanno iniziato a creare danni ambientali soppiantando, in quanto più aggressive, le poche tartarughe acquatiche nostrane. Da un fatto puramente commerciale di vendita di “graziosi animaletti” si è quindi arrivati al quasi disastro ecologico.